“Le tre D dell’invecchiamento attivo: Diritti, Domiciliarità, Digitalizzazione. Propongo l’avvio di un protocollo regionale di sperimentazione integrata volto a massimizzare la tutela del cittadino anziano, valorizzando i tre pilastri dell’invecchiamento attivo sia nei contesti cittadini e metropolitani, sia nei territori a maggior rischio di isolamento e spopolamento.”
Sono questi gli elementi fondanti del progetto “Anziani”, il 4° di 10 progetti che Pietro Vignali, candidato consigliere regionale nella lista di Forza Italia, presenterà durante la campagna elettorale. “Domiciliarità vuol dire avere l’obiettivo di permettere agli anziani di vivere nella propria casa il più a lungo possibile, mantenendo la loro autonomia e qualità di vita. Una piena digitalizzazione consiste nell’abbattere le barriere d’accesso materiali e immateriali all’implementazione di tecnologie per la vita attiva. Infine i ‘Diritti’. La complessità delle variabili in gioco rende spesso il concetto di cittadinanza qualcosa di puramente astratto. Perché i diritti vengano declinati efficacemente in buone pratiche, si rende necessaria la creazione di specifiche figure professionali capaci di agire sul territorio in una logica personalizzata e non-burocratica.”
Vignali entra poi nel dettaglio delle azioni integrate proposte: “Piena messa in rete dei servizi di assistenza domiciliare (SAD). Oggi la sfida è potenziarli. Occorre in primo luogo incrementare le ore di assistenza, ampliare ovunque la gamma di servizi offerti (ad esempio, supporto per la spesa, commissioni, accompagnamento) e garantire un efficace raccordo (troppo spesso invocato, ma mai compiuto) tra interventi sociali, socio-sanitari e sanitari.
Dobbiamo inserire l’assistente di comunità (community manager). Va creata una figura operativa con competenze socio-assistenziali ed educative, che coordini nell’interesse dell’anziano le sue attività con rilevanza sociale e di benessere e salute, ad esempio: gestione di pratiche anagrafiche e cliniche, calendarizzazione di visite, esami e colloqui per l’assistenza psicologica, spesa, acquisto di farmaci e di presidi medici, accompagnamento per commissioni e per attività di socializzazione, eccetera.”
“Per quanto riguarda l’adattamento digitale degli ambienti domestici, occorre definire standard uniformi per l’infrastrutturazione digitale delle abitazioni secondo il modello dell’AAL (ambient assisted living), in particolare attraverso sensori fissi o indossabili che, nel pieno rispetto della privacy, permettano di mettere in sicurezza l’ambiente domestico, di ottimizzarne il funzionamento da remoto, di garantire il monitoraggio dei parametri vitali o il supporto telematico per terapie riabilitative, e di gestire chiamate di soccorso ed emergenza” aggiunge Vignali.
“Dobbiamo sviluppare modelli abitativi innovativi. Ove la storia e la cultura dei singoli lo permettono, occorre incoraggiare la diffusione di co-housing, condomini solidali, e altre forme di convivenza che favoriscano l’integrazione e il supporto reciproco tra anziani, e se possibile la solidarietà intergenerazionale.”
Vignali conclude evidenziando la necessità di una promozione a largo raggio della telemedicina per il monitoraggio a distanza, le consulenze mediche online, e la tele-riabilitazione e della collaborazione con le biblioteche per trasformarle in centri di supporto digitale per gli anziani, offrendo accesso a computer, internet, e assistenza personalizzata.”